Le moderne tecnologie di modellazione digitale 3D e realtà virtuale (VR), ci danno la possibilità di creare un mondo virtuale simile a quello fisico reale. Le tecnologie 3D e VR hanno rivoluzionato la ricostruzione virtuale di monumenti storici e culturali e di siti archeologici. In questo modo i monumenti antichi possono essere ricostruiti in maniera molto realistica simulando lo stato di fatto dell’edificio in un certo periodo di tempo.
Con l’aggettivo virtuale si intende una “riproduzione” dell’oggetto reale, riferendosi ad «un tipo di
simulazione interattiva, nella quale lo spettatore, con l’ausilio di un computer, può esplorare ed interagire con una rappresentazione tridimensionale di oggetti. L’iterazione offre allo spettatore la sensazione di essere nell’ambiente stesso che, pur non esistendo concretamente, può essere percorso ed osservato»
Negli ultimi anni, tale concetto in ambito archeologico ha interessato svariati campi di applicazione. L’aspetto più interessante è che il sito archeologico diventa un tout court, grazie anche allo sviluppo di banche dati atte a supportare la sistematizzazione delle informazioni.
La Ricostruzione del Teatro di Monte Iato
Anche il progetto sviluppato dall’indirizzo CAT del Rutelli per Monte Iato si avvale delle possibilità offerte da queste metodologie per i siti archeologici. Il processo lavorativo messa in campo si avvale principalmente di due elementi fondamentali: il rilievo sul campo dell’esistente e la ricerca storica.
Il rilievo dell’esistente
Per potere arrivare ad un modello 3D inteso come ricostruzione storica occorre sicuramente partire dal rilievo sul campo dei ruderi. Per il sito di Monte Iato i rilievi sono stati condotti sul posto facendo uso di strumentazione topografica e di sistemi GNSS con modulo RTK sia con drone che con antenne GPS. Le informazioni ricavate dal rilievo ci hanno consentito di ottenere due prodotti. Il primo riguarda i punti battuti che oltre ad essere geolocalizzati ci danno una visione chiara delle misure del modello da ricostruire, il secondo riguardano i dataset fotografici (ortofoto). Dai dataset, grazie alla tecnologia image-based, ricaviamo la nuvola di punti delle superfici visibili.
La nuvola di punti (point cloud) così ottenuta può essere gestita successivamente in modalità Point Cloud to BIM software. La finalità consiste nel produrre un modello digitale dell’esistente, valutabile anche per una navigazione in ambiente di realtà virtuale. Se questo è il nostro obiettivo, certamente non possiamo tenere conto della ricerca iconografica storica del Teatro in un determinato periodo temporale.
La ricerca storica delle fonti
“La ricostruzione 3d di un monumento non può prescindere dalla presa in analisi delle fonti storiche e di ricerca, storia del sito, quaderni degli scavi, pubblicazioni che consentano la restituzione di una ipotesi ricostruttiva più fedele possibile alla realtà.”
(Isler Hans Peter, Il teatro greco di Iaitas in Sicilia archeologica : XXXIII, 98, 2000, L’Erma di Bretschneider; Isler Hans Peter, Monte Iato guida archeologica, Sellerio editore Palermo; Isler Hans Peter, Monte Iato decina campagna di scavo)
Da quanto emerge dalle informazioni tratte, il teatro di Monte Iato si configura sicuramente quale unicum nel panorama dei teatri dell’età ellenistica in Sicilia, in particolare per la ricchezza dell’apparato decorativo e architettonico. La sua data di edificazione, collocabile agli inizi del IV secolo, lo pongono inoltre quale designano e punto di riferimento per altri teatri quali quello di Segesta che sicuramente trovò in esso un modello da imitare.
Lo studio delle fonti e delle evidenze archeologiche ci consente fin da subito di individuare dei caratteri di originalità e di cura nei dettagli. In particolare, la cavea che poteva doveva garantire 4.400 posti a sedere era suddivisa in 35 gradinate di cui le prime tre, da ascrivere alla proedria, i notabili della città, erano provviste di schienali ed impreziosite nelle estremità da un piede di leone scolpito. Motivo questo ripreso poi ai lati della cavea in cui campeggiavano due leoni accovacciati rivolti verso la scena. L’attenzione rivolta alla scelta di elementi che coniughino le funzioni strutturali a quelle meramente decorative si nota anche nella scelta di delimitare la cavea con un muro che serviva da balaustra terminante con un elemento a voluta decorata da una foglia di acanto.
L’Ipotesi ricostruttiva
La necessità di elaboratore una ipotesi ricostruttiva risalente ad un ben preciso periodo storico e a una fase ben precisa del teatro, ci ha imposto inoltre di scegliere quale delle tre fasi del teatro, ben visibili ancora oggi dalla lettura dell’edificio scenico e della cavea, fosse più rappresentativa. Si è deciso in tal senso di ricostruire la prima fase del Teatro, caratterizzata da un edificio scenico, che presenta dei connotati di originalità a partire dalla presenza delle statue alte circa due metri di satiri e menadi, seguaci di Dionisio, dio del teatro, che decoravano gli angoli inferiori dei parasceni che dovevano incorniciare un
palcoscenico ancora non sopraelevato, così come in uso nei secoli successivi. L’attribuzione alla prima fase delle statue sembra essere un’ipotesi avvalorata anche dal ritrovamento di statue di satiri e menadi (visibili all’antiqurium) presenti nella casa a peristilio 1 di età ellenistica che sicuramente riproducevano in scala, le note statue poste a decoro dell’edificio scenico del Teatro della città.
A completare l’elegante apparato decorativo dell’edificio scenico che si articolava in due livelli, dorico e ionico, è la presenza di antefisse a forma palmette che decoravano frontoni posti probabilmente ai lati dei parasceni, il cui materiale e stile ci consente di ascrivere alla prima fase dell’edificio. Sempre alla prima fase andrebbero attribuite le antefisse in terracotta a forma di maschera teatrale di motivi noti alla Commedia Nuova, quali lo schiavo e la giovane amante sostituite in una seconda fase da più lineari tegole di circa 90 cm con il bollo che ne indicava l’appartenenza al teatro.
Conclusioni
Quanto fin qui detto mette in evidenza quanto sia importante nella elaborazione di una ipotesi ricostruttiva che il rilievo dell’esistente sia corroborato da una attenta analisi delle fonti e delle evidenze archeologiche che possano fornire informazioni più complete possibili sulle fasi dell’edificio oltre che dell’apparato architettonico e decorativo, così da limitare al massimo quel margine di errore che trattandosi di una ipotesi può sempre sussistere.
Relativamente all’aspetto tecnico-tecnologico, una nuvola di punti, in sintesi, è una rappresentazione grafica tridimensionale utilizzata per visualizzare e analizzare grandi quantità di dati. La sua capacità di visualizzare i dati in modo intuitivo e facile da comprendere, insieme alla possibilità di analizzare i dati utilizzando algoritmi di clustering, rendono la nuvola di punti uno strumento utile per molti campi. Per il settore archeologico la ricostruzione 3D non può prescindere appunto dalla lettura e analisi delle fonti storiche che stanno alla base della corretta interpretazione tipologica dell’edifico in un determinato periodo. Per il progetto di Monte Iato la strada intrapresa si basa su queste considerazioni e sulle ricerche svolte nella fase di pianificazione del processo di ricostruzione.
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