Giangiacomo Ciaccio Montalto, storia di un magistrato

Un tributo da parte dei rappresentanti degli studenti al magistrato che da il nome alla piazza antistante il Rutelli

Era il 25 Gennaio del 1983, quando Cosa nostra, su ordine di Totò Riina infastidito da un mandato di cattura emesso nei confronti dello zio, Giacomo Riina, e preoccupato da come il trasferimento, ormai prossimo, in Toscana del magistrato nativo di Milano avrebbe potuto minare il business mafioso nella regione, uccideva, a soli quarantadue anni, Giangiacomo Ciaccio Montalto.

Chi era il giudice Montalto?

Montalto, come detto, nasce a Milano il 20 Ottobre del 1941. D’origine trapanese, il padre fu giudice di Cassazione, mentre il nonno sindaco di Erice. Entra in magistratura nel ’70, successivamente diventa Sostituto procuratore della Repubblica di Trapani e dal 1977 inizia ad occuparsi di mafia, concentrandosi, in particolare, sulla mafia nel Trapanese e sugli interessi economici di quest’ultima.

Montalto venne ucciso per le sue scrupolose e dettagliate inchieste, che analizzavano i profitti mafiosi a Trapani. In particolare, sono stati oggetto delle sue indagini i traffici di droga e le connessioni politico-mafiose, che riguardavano accordi anche con la massoneria. Le sue indagini erano, indubbiamente, molto delicate, ancor di più a Trapani, dove, come tendenza del tempo, l’esistenza della mafia era negata. Nonostante il difficile clima da sopportare, Ciaccio Montalto, adempiendo al suo dovere morale e di magistrato, ha continuato a lavorare senza mai arrendersi, non senza incappare in depistaggi.

L’omicidio

Dopo aver scoperto i lucrosi interessi della mafia in Toscana, Montalto, richiese il trasferimento proprio a Firenze: decisione che sarà per lui fatale. La notte del 25 Gennaio ’83, rincasando senza scorta, tre sicari muniti di mitragliette e revolver calibro 38 non gli lasciano scampo. Come mandanti sono stati condannati i boss Totò Riina e Mariano Agate.
Giangiacomo Ciaccio Montalto non può che essere considerato, quindi, come uno dei più alti e autorevoli esempi per noi giovani. Un Siciliano di cui essere fieri.

I rappresentati d’Istituto dell’ISS Rutelli

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