LETTERA APERTA A DACIA MARAINI

Signora Maraini, è con grande emozione che mi accingo a darle il benvenuto a Palermo e all’Istituto “Rutelli”.

La ringrazio innanzitutto al livello personale; se mi si consente un ricordo ormai lontano, mi piace rivestirmi dei panni di una studentessa di liceo classico, avviata alla curiositas della lettura degli scrittori contemporanei da un indimenticabile (per me) professore; una curiosità che mi spingeva a frequentare assiduamente la biblioteca della scuola per leggere i suoi libri e per scoprire che ad ogni nuova lettura il patto narrativo si rinnovava e si rinforzava.

Quell’amore nato sui banchi di scuola è proseguito nel tempo, alimentato da nuove fiamme; ho sorriso e pianto con Lei; ho letto e riletto i miei preferiti tra i suoi libri, ne ho tratto sempre nuova linfa; se quest’occasione mi si fosse presentata allora, quando il 90% della vita scolastica si svolgeva all’interno di un’aula, forse sarei stata una studentessa più felice!

L’ho apprezzata qualche giorno fa, al TG2, allorchè invitata ad esprimere un suo giudizio su Giordano Bruno, giustiziato sul rogo come eretico il 17/02/1600, ha evidenziato il sacrificio del filosofo per l’affermazione del libero pensiero, rivoluzionario e laico; le sue parole hanno evocato in me i famosi versi di Dante a proposito di Catone l’Uticense: “Libertà va cercando ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”.

Per questo motivo mi emoziono a presentare ai nostri ragazzi Lei, scrittrice di origini siciliane, pluripremiata dalla critica letteraria, autrice di poesie, di romanzi, di testi teatrali, sempre attenta e sensibile a delineare l’universo femminile in tutte le sfaccettature possibili, all’interno di molteplici problemi sociali e in una prospettiva storica attentamente ricostruita.

Come scuola ci sforziamo quotidianamente di ampliare l’offerta formativa dei nostri studenti, facendoli uscire dalle aule, promuovendo in loro valori come la legalità, il rispetto dell’altro, la libertà di pensiero, l’autocritica e la critica costruttiva, la conoscenza del territorio e quant’altro. In particolare, questo incontro è stato fortemente voluto dalle nostre docenti di lettere, che giornalmente mettono in campo strategie educative che incrementino nei nostri ragazzi la passione per la lettura, quella stessa lettura che consolava e al contempo temprava la solitudine di Marianna Ucria.

Oggi sono nostri graditi ospiti anche gli studenti dell’I.C. V.E. III; porgo anche a loro e ai loro insegnanti un caloroso saluto di benvenuto.

Prima di passare la parola a Lei ed alla Prof. Cubito, che guiderà questa conversazione, Le porgo un sentito ringraziamento, a nome dei nostri studenti e dei nostri docenti,  perché proprio Lei che con grande vivacità intellettuale ha dialogato nel tempo, virtualmente e realmente, con più generazioni di giovani, oggi, proprio Lei ci permette di scrivere nella storia del nostro Istituto una pagina che – con la forza del suo monito -non si consumerà e non invecchierà.

Giovanna Ferrari

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